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UX/UI

Interaction design: quando la tecnologia incontra le persone

By 28 Gennaio 2025No Comments

L’interaction design (IxD) si colloca come una componente cruciale nell’universo della progettazione dell’esperienza utente (UX). Mentre la User Experience abbraccia un’ampia gamma di attività, dall’indagine sul target alla definizione di personas, l’interaction design si concentra sulla progettazione delle modalità di interazione tra utente e prodotto.
Obiettivo primario è creare soluzioni che permettano agli utenti di raggiungere i propri scopi in modo efficace ed efficiente, coinvolgendo elementi come estetica, movimento, suono e spazio.

Ma da dove sbuca questo ambito?
L’interaction design nasce alla fine degli anni ’80 come disciplina che studia l’interazione tra esseri umani e tecnologie digitali. Sviluppatosi dall’informatica e dall’ergonomia, si è evoluto negli anni ’90 con l’obiettivo di rendere la tecnologia più intuitiva e centrata sull’utente, crescendo rapidamente con l’avvento di internet e, in seguito, degli smartphone.

Le 5 dimensioni dell’interaction design

Le cinque dimensioni dell’interaction design sono un modello utile a creare un’esperienza utente coerente, intuitiva e coinvolgente. Le 5 dimensioni sono:

  1. parole
  2. rappresentazioni visive
  3. oggetti fisici o spazio
  4. tempo
  5. comportamento

Parole: si intende l’utilizzo di un linguaggio chiaro e diretto nell’interfaccia, volto a comunicare informazioni precise usando termini semplici e comprensibili, senza creare inutili sovraccarichi cognitivi per l’utente.

Rappresentazioni visive: comprendono elementi grafici come icone, immagini e layout che arricchiscono la comunicazione, semplificando l’apprendimento e rendendo l’interfaccia intuitiva attraverso stimoli visivi strategici.

Oggetti fisici o spazio: sono i dispositivi e contesti materiali dell’interazione, comprensivi dell’ergonomia e delle condizioni ambientali che influenzano la progettazione e l’esperienza dell’utente.

Tempo: dimensione dinamica che include animazioni, transizioni e durata complessiva dell’interazione, valutando la capacità del sistema di gestire il movimento e la continuità dell’esperienza.

Comportamento: fa riferimento alle reazioni emotive e alle risposte spontanee dell’utente, che rivelano l’efficacia del design andando oltre gli aspetti tecnici per esplorare l’esperienza concreta.

Ruolo e competenze dell’interaction designer

Il profilo dell’interaction designer varia a seconda delle dimensioni aziendali.
In piccole realtà tutto ciò che riguarda l’interaction design viene spesso concentrato nelle mani di uno UX designer. In realtà più grandi e, soprattutto, più strutturate, è possibile trovare una figura verticale specializzata in interazione.
Le principali attività di un’interaction designer possono essere:

  • analisi degli obiettivi degli utenti attraverso ricerche mirate, identificando le loro necessità e i comportamenti per studiare una migliore strategia progettuale
  • progettazione delle interazioni attraverso la creazione di wireframe che mappano i percorsi e i flussi di interazione, definendo come l’utente si muoverà nell’interfaccia
  • progettazione di prototipi interattivi per testare e validare le scelte progettuali per verificando l’esperienza utente
  • svolgimento di test di usabilità per raccogliere feedback e analizzare l’interazione tra utente e prodotto (per poi, ovviamente, iterare)

Come già detto, l’interaction designer si occupa di progettare il modo in cui gli utenti interagiscono con sistemi, prodotti e servizi, ma limitare il suo operato al mondo digitale è un errore.
Questa figura professionale può lavorare anche alla progettazione di prodotti fisici (es. elettrodomestici, pannelli di controllo, dispositivi tecnologici ecc) oppure contribuire alla progettazione di spazi e servizi di diverso tipo (es. musei, aeroporti, servizi pubblici ecc).