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UX/UI

Bias cognitivi e UX research

By 25 Maggio 2021No Comments

Cosa sono i bias cognitivi ? Sono quelli che, più comunemente, chiamiamo preconcetti o pregiudizi, sono distorsioni semantiche del pensiero che inducono il cervello umano a trarre conclusioni errate.
Si verificano quando interpretiamo le informazioni in maniera soggettiva, piuttosto che analizzarle nella loro totalità e concretezza.
Facendo ciò, viene influenzato il modo in cui ci comportiamo e il nostro processo decisionale, portandoci a generare errori di valutazione.

Questi bias cognitivi si basano sulle informazioni che abbiamo raccolto nella nostra esperienza quotidiana o che siamo convinti di avere (ma che in realtà ci potrebbero mancare).
Sono inerenti al modo in cui pensiamo e vengono spesso considerati “scorciatoie mentali” inconsce che utilizziamo per velocizzare l’elaborazione delle informazioni, e che rischiano di mettere in discussione l’attendibilità di dati e ricerche.
I bias cognitivi sono correlati al modo in cui ricordiamo determinati eventi o a quello in cui prestiamo attenzione in maniera selettiva solo a certe informazioni che riteniamo più valide.

Prendere coscienza di questi preconcetti è un modo per indirizzare la nostra mente verso decisioni migliori e basate su solide fondamenta.

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Bias cognitivi in UX research

Spesso, noi designer facciamo l’errore di considerarci inconsciamente come metro di paragone e di giudizio universale. Beh, spoiler, non lo siamo.
Ecco di seguito una piccola selezione di bias cognitivi da cui stare alla larga in fase di UX research, per evitare di influenzare contesto e risposte degli utenti:

  • confirmation bias: la tendenza a prestare attenzione in maniera selettiva solo alle informazioni che confermano e si allineano con le nostre ipotesi e preconcetti;
  • expectancy effect: indirizzare il comportamento dei partecipanti alla UX research, agendo mossi dalle nostre convinzioni;
  • framing effect: la formulazione sbagliata delle domande può influenzare le risposte dei tester. Invece di chiedere “Cosa ti è piaciuto di questo layout?”, chiedete piuttosto “Cosa provi ad interagire con questo layout?”;
  • false consensus effect: ripetiamolo insieme “io non sono il mio utente”. Questo bias è la tendenza a fare più affidamento sulla nostra esperienza e piuttosto che a ciò che viene detto dagli utenti. Non è detto che tutti condividano le nostre convinzioni o i nostri comportamenti;
  • implicit bias: è il basarsi inconsciamente sugli stereotipi creati dalla nostra cultura e società.

I bias cognitivi sono tantissimi, non si fermano certo qui! Lascio a Wikipedia l’infausto compito di elencarli.
Vi invito a fare una giro sulla pagina, vi renderete conto di quanti possano essere i pregiudizi che ci portano a prendere decisioni che potrebbero avere risvolti negativi sui nostri progetti.

Come evitare bias cognitivi?

Come anticipato in questo post, il primo passo è prenderne coscienza.
Molti di questi bias sono guidati dal nostro inconscio, essere consapevoli della loro esistenza significa dare il via ad un processo decisionale critico.
La nostra ideologia è solo una minima parte di un pensiero molto più ampio e può alterare in maniera sconveniente il modo in cui vediamo le cose e prendiamo decisioni, in fase di progettazione.

Imparare ad ascoltare e prendere in considerazione tutte le ipotesi, anche quelle più distanti dalla nostra sfera personale di esperienze, aiuta a darci una migliore comprensione di un contesto o di un argomento.
Mettete sempre in discussione le vostre convinzioni, consci del fatto di non essere il fulcro di una verità universale.
In quanto designer, possiamo cercare di sconfiggere questi bias portando avanti analisi in maniera più distaccata e aprendo la nostra mente alle opinioni e alle testimonianze più varie, non permettendo a preconcetti sociali o personali di interferire nei nostri progetti di ricerca.