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UX/UI

Domande demografiche e ricerca sull’utente

By 17 Ottobre 2023Febbraio 26th, 2024No Comments

Le domande demografiche, nella ricerca sulla User Experience, sono quelle che vengono poste ai partecipanti a uno studio al fine di raccogliere informazioni sulle loro caratteristiche personali.
Queste domande aiutano ricercatori e designer a comprendere meglio il pubblico di destinazione e a personalizzare l’esperienza in base alle diverse esigenze emerse.

In genere, le domande demografiche sono utilizzate per:

  • segmentare i dati provenienti da sondaggi o studi quantitativi;
  • verificare l’idoneità degli utenti a partecipare alla ricerca;
  • reclutare un gruppo diversificato di partecipanti per i sondaggi.

Questa tipologia di domande, però, può risultare complessa da gestire in quanto, alcune di esse, richiedono la divulgazione di informazioni sensibili. E a nessuno piace particolarmente raccontare gli affari propri.
È importante quindi imparare a gestirle le domande demografiche con tatto ed etica, evitando di raccogliere informazioni troppo personali o invasive.
Come designer e ricercatori, il nostro compito, oltre a raccogliere informazioni utili, è quindi quello di mettere a proprio agio i partecipanti.

Vi è mai capitato di partecipare a dei sondaggi, leggere le domande e pensare “Seh, ciao”, finendo poi per abbandonare? A me sì.
Troppe domande, troppo personali, troppo invadenti.
Ogni tanto, quando ci si trova a dover portare avanti la progettazione di un sondaggio, è utile togliersi la divisa da designer e mettere quella da utente, per empatizzare e capire fin dove si può arrivare e in che modo.

Quali sono le domande demografiche?

Le domande demografiche comuni nella ricerca sulla User Experience includono:

  • età: utile per capire in quale fascia d’età si collocano gli utenti e come ciò può influenzare le loro preferenze e competenze;
  • genere: può essere importante per personalizzare l’interfaccia o il contenuto in base alle differenze di genere;
  • livello di istruzione: utile per comprendere il grado di istruzione degli utenti e valutare quanto siano familiari con le tecnologie digitali;
  • reddito: può aiutare a identificare segmenti con diverse disponibilità finanziarie e quindi influenzare la strategia di pricing o le offerte di prodotti;
  • occupazione: può fornire indicazioni su come utilizzano il prodotto o il servizio in relazione al loro lavoro;
  • residenza: la localizzazione geografica può essere importante per adattare l’esperienza utente in base a specifiche esigenze regionali o culturali;
  • lingua madre: conoscere la lingua degli utenti è fondamentale per offrire contenuti e supporto nella loro lingua preferita;
  • abitudini di utilizzo: possono fornire informazioni preziose sulla frequenza con cui gli utenti accedono e utilizzano il prodotto;
  • disabilità o condizioni speciali: domande su disabilità o condizioni speciali possono aiutare a identificare le esigenze degli utenti con disabilità e garantire l’accessibilità del prodotto o del servizio.

Le domande demografiche hanno un ruolo ben preciso ed è quindi importante che vengano inserite con consapevolezza.
A causa della loro natura, se non maneggiate con cautela, rischiano solo di influire negativamente sul tasso di partecipazione e sull’accuratezza delle risposte da parte degli utenti.
Prima di buttarsi a capofitto nello studio delle domande da sottoporre, è utile porsi un problema: in che modo questa domanda può essere utile allo scopo della ricerca? Se la domanda crea solo carico cognitivo aggiuntivo e non porta valore aggiunto, allora il mio consiglio è quello di evitarla.

Consigli pratici

Scegliere delle domande adeguate e porle nella maniera corretta, non è sempre facile.
Ecco di seguito alcuni consigli per evitare scivoloni indesiderati.

Considerare il range delle risposte.
Più sono le opzioni di risposta, maggiore sarà lo sforzo richiesto agli utenti (ricordate la legge di Hick?).
Inoltre, intervalli ristretti o risposte puntuali saranno percepiti come più invadenti.
Ad esempio, quando si chiedono fasce d’età o range di cifre, a meno che non ci sia una particolare esigenza, meglio rimanere “larghi” (es. mettere a disposizione come risposta “30-50 anni” è meglio che “45-50”).

Includere l’opzione “Preferisco non rispondere”.
A causa della sensibilità di alcune domande demografiche, è meglio includere sempre l’opzione “Preferisco non rispondere”, fornendo ai partecipanti una via di fuga da una domanda che può far sentire a disagio.

Utilizzare un linguaggio inclusivo.
Quando ponete una domanda demografica sul genere (da non confondere con il sesso), è importante dare la possibilità di descrivere ciò in cui ci si identifica.
Alcuni ricercatori optano per proporre un elenco di opzioni, che potrebbe però risultare comunque vincolante, se non ben studiato. L’ideale potrebbe essere lasciare un campo di risposta libera: “In che modo ti identifichi”.

Inserire l’opzione “Altro”.
L’opzione “Altro”, corredata di un campo di risposta libera, è spesso un’ottima soluzione.
È sempre bene dare la possibilità ai partecipanti di scegliere di spiegare la loro circostanza o di aggiungere una risposta che non era presente in quelle elencate, fornite nel sondaggio.
Le risposte aperte possono dare spunti molto interessanti.

Consentire risposte multiple.
Alcune domande con risposta singola, in particolare relative ad etnia, genere e orientamento sessuale, possono risultare restrittive.
In casi come questo, è utile dare la possibilità di selezionare più risposte (es. se una persona ha genitori di etnie differenti, oppure un utente che studia, ma allo stesso tempo lavora).

Se l’obiettivo primario del questionario non è quello di scoprire dati demografici, allora è importante ricordarsi di posizionare queste domande alla fine di tutto.
Rispondere a domande demografiche per poi scoprire di non essere idonei, può risultare molto frustrante, oltre che essere una perdita di tempo.
Le domande che consentono di filtrare i partecipanti dovrebbero essere le prime con cui un utente entra in contatto, mentre quelle secondarie o demografiche dovrebbero essere poste in chiusura.
Dopo aver risposto alle domande legate al focus del sondaggio, gli utenti si sentiranno più coinvolti e più propensi nel completare lo studio.