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UX/UI

“Make the logo bigger”. Ma anche no.

By 21 Febbraio 2023No Comments

Fai il logo più grande! (Make the logo bigger!)
– Clienti in tutto il mondo

 

Quante volte avete sentito questa frase e quante volte avreste voluto rispondere “Col caz*o”, senza entrare troppo nel dettaglio del “perché”?
Incubo ricorrente di ogni designer, le manie di grandezza (in pixel) del clienti sono una delle poche costanti della vita.
Una di quelle costanti di cui faresti a meno.
Più wow, più d’impatto, più colore, più dettagli, ma soprattutto… più grande!

“Make the logo bigger”, in inglese, in quanto problema universalmente riconosciuto dall’intera comunità di designer, è una di quelle frasi che portano ad odiare il proprio lavoro.
È quella uscita infelice che ti ricorda, di continuo, che la persona con cui hai a che fare non sa assolutamente una sega di questo ambito e che sarà tuo compito cercare di portarla sulla retta via. Mettendo in conto anche un eventuale fallimento.

Alla base di questa richiesta da parte del cliente, ci possono l’irrefrenabile voglia di insegnare al designer come svolgere il proprio lavoro, l’orgoglio che un cliente prova per il proprio marchio, ma anche una più normale e comprensibile paura di non essere riconosciuti o di vedere il proprio brand passare inosservato.

La nostra missione, in quanto esperti di comunicazione, è quella di far capire il perché non è la dimensione del logo a fare la differenza agli occhi del pubblico di destinazione.

Ci sta che un cliente, dopo aver ingaggiato un esperto e aver speso cifre elevate per portarsi a casa un signor logo, voglia metterlo ben in mostra.
Dopo tutto, perché non attirare l’attenzione spiattellandolo ovunque in dimensioni colossali?
Perché rendere il logo più grande non è la soluzione più adatta, non dal punto di vista del marketing.
A volte, la filosofia del “Make the logo bigger” può solo rischiare di danneggiare la comunicazione di un brand.

make_the_logo_bigger_cover

Portiamo la problematica all’interno di un progetto web.
Provate a mettervi nei panni di un utente che, ad esempio, sta navigando su un sito alla ricerca di soluzioni per un problema specifico, o anche solo per curiosità.
Arriva sull’interfaccia, magari senza avere la minima conoscenza del brand o del servizio.
L’obiettivo del sito non è quello di focalizzare l’attenzione sul logo, ma è quello di comunicare che in quelle pagine l’utente troverà proprio ciò di cui hai bisogno, come prezzi, vantaggi, soluzioni e tante altre informazioni utili.
Dobbiamo puntare a soddisfare le esigenze del pubblico.

Mettiamolo in chiaro una volta per tutte: non c’è una reale correlazione tra le dimensioni di un logo, l’efficacia del brand e la sua diffusione.
“Make the logo bigger”, quindi, anche no.
Il logo fa parte di un insieme più grande, insieme a colori, stile, tipografia e tanto altro, che contribuisce a fare da cornice alle informazioni, a creare l’identità visiva e a dare credibilità ad un brand.
Per quando il logo sia importante a livello di riconoscimento del marchio, ci sono quindi anche tanti altri fattori che entrano in gioco per costruire una comunicazione di valore.
Per creare interfacce di successo e promuovere il brand, è molto importante trovare il giusto equilibrio tra tutti questi elementi.

Niente di ben progettato è come si presenta ai nostri occhi, unicamente perché risulta esteticamente piacevole.
Marchi famosi, tra cui Apple, Nike e Red Bull, hanno spazi, colori, dimensioni, tipografia, impostazioni e forme, perfettamente progettati basandosi su scelte ponderate e razionali.
Nulla è lasciato al caso o a slanci artistici.
La loro comunicazione funziona alla perfezione, senza che il logo sovrasti tutto ciò che gli sta attorno. Eppure risultano riconoscibili e desiderabili.
L’obiettivo di un designer, quindi, è quello di pensare ad una struttura logica, che si basi su una serie di requisiti volti a risolvere determinati problemi.

Dimensioni, proporzioni e gerarchie

L’idea, ovviamente, non è quella di trascurare il logo, ma di non renderlo primario.
Il logo non deve essere focus di una composizione, ma deve essere semplicemente una parte del puzzle.

Per quanto l’altezza classica, di solito, si aggiri tra i 20px e i 30px (la larghezza va di conseguenza), l’idea di base è quella di equilibrare e bilanciare gli elementi che entrano in gioco nel layout.
Gerarchie e proporzioni comandano la logica di base su cui si fonda la scelta della gestione del logo.
Il sito non deve, quindi, avere elementi tutti uguali, ma deve mantenerli proporzionati in base all’importanza e al ruolo che ricoprono.
Va da sé che gli elementi più importanti avranno una dimensione maggiore, mentre quelli di minore rilevanza saranno più piccoli.
Il logo deve essere grande quanto basta da risultare riconoscibile e leggibile, ma non troppo da monopolizzare l’attenzione dell’utente.

 

Perché usare un logo piccolo

Tra le varie motivazioni per cui non è il caso di assecondare il fetish del “Make the logo bigger”, una in particolare fa da padrone: la necessità di tenere l’utente al centro.
A meno che un servizio non consista nel vendere il proprio logo, questo elemento non ha motivo di essere mostrato a caratteri cubitali.
Mantenere delle dimensioni ridotte, conferisce un aspetto professionale e lascia spazio a ciò che c’è di veramente utile per soddisfare le esigenze dell’utente.
È la qualità dei prodotti o dei servizi offerti ad incuriosire e a trattenere le persone sul sito.

Affinchè una persona non si senta sopraffatta, navigando su un vostro sito, è fondamentale che ci sia la giusta armonia tra tutti gli elementi che contribuiscono alla comunicazione del brand.
Call to action, colori, typeface, immagini, spazi bianchi e tutti gli altri dettagli visual, hanno l’importante compito mettere in rilievo ciò che avete l’obiettivo di vendere, non di nasconderlo.
Il logo, come d’altronde queste altre componenti, non deve portare ad aumentare inutilmente il carico cognitivo.
Vogliamo tenere l’utente sul sito, non farlo scappare confuso.
È per il valore dei servizi e dei prodotti che il brand avrà successo e verrà ricordato. Di sicuro, non per la dimensione del logo.

Ovviamente, dopo che avrete spiegato tutto ciò al vostro cliente, ci sarà sempre qualcuno che non demorderà.
“Mi fai il logo più gr…” ”NO.”