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UX/UI

3-click rule e il mito sfatato

By 4 Ottobre 2022No Comments

“Three isn’t a magic number”
– Page Laubheimer (NNgroup)

 

La 3-click rule (o regola dei 3 clic) è un principio di progettazione web “non ufficiale”, legato alla progettazione della navigazione di un sito web o di un’app.
Questa regola implica che non dovrebbero essere necessari più di tre clic affinché un utente possa raggiungere il proprio obiettivo.
Secondo la 3-click rule, quindi, un utente, per non sentirsi frustrato e non arrivare ad abbandonare il sito, dovrebbe essere in grado di trovare qualsiasi informazione di cui ha bisogno con non più di tre clic o tap.

Ho sentito nominare per la prima volta questa regola anni fa, leggendo il libro “Don’t make me Think”, di Steve Krug.
La 3-click rule non rappresenta niente di nuovo o futuristico, in quanto è applicata all’interno di prodotti digitali da diverso tempo ed è ancora spesso trattata come una best practice per la progettazione dell’esperienza utente.
In che modo ha preso piede la convinzione che questa soluzione sia effettivamente funzionale?
Probabilmente partendo dal fatto che, buona pratica, è quella di mettere gli utenti nelle condizioni di completare un’attività o trovare informazioni utili nel minor tempo possibile.

Pur essendo corretto il pensiero che sta alla base di questa ideologia, la 3-click rule non presenta dati a suo supporto.
Nonostante ciò, la convinzione che questa sia una regola d’oro è molta diffusa in ambito progettuale agli occhi di molti UX Designer.

È importante sottolineare che, invece, diversi test di usabilità hanno contestato questa regola, mettendo in luce che il numero di clic necessari per accedere alle informazioni non influisce né sulla soddisfazione degli utenti né sulla percentuale di successo.

Basta contare i click come metro di misurazione dell’usabilità di un prodotto digitale!
Il numero dei click non rappresenta quindi una metrica significativa a livello di usabilità:

  • questo numero dipende dal tipo di attività da completare e dalla sua complessità
  • dipende dal tipo di click, dato che alcuni richiedono lunghe attese, mentre altri sono istantanei
  • oltre ai click e al flusso, è necessario considerare anche gli altri aspetti del design coinvolti nella progettazione dell’esperienza utente.

Come ben sappiamo, generalmente gli utenti vogliono fare la minor quantità di lavoro possibile per raggiungere ciò che desiderano.
Questo processo non è però rappresentato dal numero di click, ma piuttosto dall’effort richiesto da ciascuno dei click coinvolti.

Ogni interazione è differente e può richiedere più o meno sforzo mentale per essere individuata.
Alcune azioni possono essere portate avanti cliccando diverse volte all’interno dei un’interfaccia (più di 3), e risultare comunque semplici ed intuitive, richiedendo quindi uno sforzo molto ridotto.
Contrariamente, alcuni processi possono richiedere 3 click ed essere percepiti come complicati.

 

“However, the three-click rule does not focus on the real problem. The number of clicks isn’t what is important to users, but whether or not they’re successful at finding what they’re seeking.”
– Joshua Porter

Applicare il giusto pensiero

Come per l’annosa questione degli spazi bianchi, anche spiegare ad alcuni clienti il fatto che la 3-click rule sia ormai stata sfatata, può essere veramente complicato.
È utile arrivare a capire che i tentativi forzati di semplificazione estrema, a volte, possono portare a risultati opposti rispetto a quelli sperati, complicando ulteriormente l’esperienza utente.

L’obiettivo di noi UX Designer è quello di rendere le attività più semplici e, a volte, questo può essere fatto introducendo dei click in più all’interno di un flusso.
L’importante è sempre tenere a mente l’obiettivo e progettare puntando a rendere efficace l’interazione.

Sebbene sia utile limitare gli sforzi necessari per accedere alle informazioni chiave o svolgere un task, la 3-click rule, come dicevamo prima, è arbitraria.
Gli utenti abbandonano davvero dopo 3 click?
Alcuni test di usabilità suggeriscono proprio il contrario.
In particolare, uno studio portato avanti da Joshua Porter su 44 partecipanti è stato condotto per cercare di capire a che punto un utente decide di abbandonare.
I risultati hanno dimostrato che non ci sono maggiori possibilità che gli utenti abbandonino il sito o l’app dopo avere superato i “canonici” 3 click.
A questo link, se vi va, potrete leggere più nel dettaglio la ricerca di Joshua Porter “Testing the three-click rule”.