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Vita da designer

Fare e saper fare: l’eterno conflitto

By 30 Agosto 2022No Comments

“L’impiegato medio, per quanto brillante, non è stato formato ai problemi della comunicazione, così nel timore di sbagliare e terrorizzato delle pause e dal vuoto (strumenti essenziali del discorso), infila nel Power Point più del necessario, finendo vittima di animazioni e ornamenti leziosi.”
– Critica portatile al visual design

 

Molto spesso mi è capitato di sentirmi chiedere: “Voglio fare il designer, quali programmi devo imparare?” e, ogni volta, muoio un po’ dentro.
Fare design, o qualunque altra professione, non significa sapere usare un determinato programma, come Figma, Illustrator o altro.
Significa piuttosto avere studiato la materia e tutto ciò che comporta.

L’avvento del no-code, ad esempio, potrà dare tranquillamente l’illusione di rendere fruibili a tutti certi strumenti, ma il “saper fare” non dipende dallo strumento che si utilizza, ma piuttosto dalla conoscenza che si ha dell’ambito in cui ci si muove.
Tra fare e saper fare c’è veramente una differenza notevole.

Piattaforme accessibili a chiunque come Canva, Shopify, Wix, WordPress risultano sicuramente molto utili, ma tornano indietro come un boomerang se messe nelle mani di chi di competenze non ne ha.
Basti vedere i vari “Buongiornissimo kaffè” che intasano i profili Facebook boomer, o alcuni post “fai-da-te” che certi professionisti non del mestiere decidono di creare con risultati disastrosi.
Non basta aprire un programma ed iniziare a metterci mano, ma è necessario capire che senza basi e senza studio della teoria non si va a parare da nessuna parte.
Lo studio è alla base di qualunque progetto di successo.

Vi faccio un esempio un po’ estremo: al liceo, per disegno tecnico, ho utilizzato Autocad per parecchio tempo.
È come se ora prendessi in carico a cuor leggero il lavoro di un Ingegnere edile, perché so (sapevo) usare Autocad.
Spoiler: non so progettare case.
Va da sé che il che questa cosa non ha senso.
Voi mi affidereste un lavoro che necessita dare garanzie? Che fa girare soldi? Che deve convertire? Mi prendereste come “cugina brava con il computer” a cui fare tirare su un ponte?
Io non credo.

Nel caso di noi designer, qualsiasi tipo di layout che vedete in giro consiste praticamente in testo, colori, forme, immagini, spazio e altri elementi specifici.
Questi componenti sono il fulcro di qualsiasi strumento di progettazione che utilizzate, come ad esempio Figma, Sketch, Illustrator, Canva, Photoshop e ogni altro strumento è composto dallo stesso insieme di elementi di base.

Il progetto di design è il risultato delle decisioni prese precedentemente in fase di ideazione e realizzate poi sfruttando gli elementi messi a disposizione da questi programmi.
Gli strumenti non possono decidere e non possono progettare.
Tutto ciò che compete la parte di progettazione, arriva dalla nostra mente, dalle nostre capacità, dalle competenze e dallo studio.

Gli strumenti sono solo i mezzi che usiamo per dare vita concretamente a qualcosa.
Se la persona che li usa non sa cosa sta contribuendo a produrre, il design non sarà mai buono come quello progettato da qualcuno che invece sa perfettamente cosa sta facendo.

Le competenze sono tanti piccoli mattoni che impiliamo uno sopra l’altro, per andare a creare una conoscenza più solida di quello che è il nostro lavoro e, di conseguenza, di ciò che andremo a gestire in relazione con i nostri clienti.
La scelta di un tool è solo una conseguenza e può variare in base a vari fattori: team di cui si entra a fare parte, framework di lavoro, decisioni strategiche o tanto altro.
Impuntarsi sulla scelta del programma da utilizzare, può essere utile per non farsi trovare completamente digiuni, è giusto avere degli strumenti nella nostra cassetta degli attrezzi virtuale, ma non deve essere vincolante.

Possiamo dire che, nel nostro caso, tra il fare e il saper fare c’è di mezzo il mare.
Dalla conoscenza di uno strumento, non dipende la conoscenza della materia.
Semmai, dalla conoscenza della materia, va di conseguenza la selezione dello strumento più adatto a soddisfare le nostre necessità.
Necessità di cui, però, dobbiamo chiaramente essere a conoscenza.

Quindi, in generale, mi sento di darvi due consigli:

  • affidatevi sempre a dei veri professionisti
  • non abbiate paura di dire di no, se qualche lavoro non corrisponde a ciò che non vi compete o che non sapete fare

Tenete sempre a mente che gli strumenti non risolvono i problemi del nostro cliente finale, non ne capiscono le esigenze e le frustrazioni, ma si limitano a semplificare il processo che sta dietro alla creazione di un prodotto o servizio che parte dalla nostra testa.