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Vita da designer

Sindrome dell’impostore: perché sentiamo di non meritare i nostri successi

By 15 Marzo 2022Aprile 10th, 2024No Comments

“La sindrome dell’impostore è un termine coniato per descrivere una condizione psicologica particolarmente diffusa fra le persone di successo, caratterizzata dall’incapacità di interiorizzare i propri successi e dal terrore persistente di essere smascherati in quanto “impostori”.
A dispetto delle dimostrazioni esteriori delle proprie competenze, le persone affette da tale sindrome rimangono convinte di non meritare il successo ottenuto.”
– Wikipedia

 

Si parla ancora poco della sindrome dell’impostore, ma negli ultimi periodi ho notato che sempre più persone hanno iniziato a voler conoscere meglio e affrontare questa problematica.
Facciamocene una ragione: anche senza sapere dare un nome alla cosa, ci siamo passati in tanti.

Come a molti di voi, anche a me è capitato e capita ancora di averci a che fare.
È frustrante, ma mi è capitato di pensare: magari non sono abbastanza, ho avuto solo una botta di culo, magari non hanno trovato nulla di meglio e hanno scelto me. Magari, magari, magari…
Nonostante io lavori da anni, ho ancora l’abbonamento fisso con questo stato d’animo.
Ogni tot tempo i dubbi tornano, le paranoie si fanno sentire e tutto viene messo in discussione in maniera distruttiva.
Ci sono volte in cui riesco ad uscirne velocemente, altre in cui mi crogiolo questi pensieri per giorni.

La sindrome dell’impostore è più diffusa di quanto non si possa pensare.
Cercando online, ho scoperto che quasi il 70% delle persone ha provato questa sensazione almeno una volta nella vita.
In particolare, nel mondo design sembra che tutti si siano trovati ad affrontare questi momenti di insicurezza, per cui si sente che il proprio successo non dipenda da noi e dalle nostre capacità.

Nel momento in cui questa sensazione diventa costante e arriva ad ostacolare la nostra crescita, può diventare davvero problematico.
In quel caso sarebbe utile parlarne con amici e famigliari, con qualcuno che ci è già passato o, soprattutto, con un professionista.

Come si può manifestare

  1. Credere che i propri successi siano dovuti più al caso o a colpi di fortuna, piuttosto che alle proprie capacità ed esperienza maturata
  2. Portare avanti una forte autocritica, spesso svilente
  3. Sentirsi sempre inadeguati, sopravvalutati e non sentirsi mai abbastanza
  4. Avere la tendenza ad essere eccessivamente perfezionisti o lasciarsi andare alla procrastinazione
  5. Aver paura che qualcuno scopra che in realtà non avete competenze e vi esponga come impostore
  6. Avere paura del fallimento ed avere un’ossessione per gli errori compiuti in passato
  7. Avere bisogno di sentirsi i migliori per bilanciare la scarsa autostima, cercando conferme del proprio valore negli altri

Tips per affrontare la sindrome dell’impostore*

  • Ricordare che non siamo sempre esseri razionali.
    A volte le nostre emozioni prendono il sopravvento e non c’è nulla di male.
    L’importante è non farsi sopraffare e non dimenticare che siamo nella posizione in cui ci troviamo grazie al nostro impegno e perché qualcuno ha visto qualcosa in noi.
  • Non smettere mai di imparare.
    È molto importante affinare le nostre capacità.
  • Abbracciare il fallimento. Può capitare di sbagliare, siamo umani.
    Il modo migliore per riprendersi dal fallimento è perdonarsi e rimettersi in gioco senza abbattersi.
    L’errore può essere visto come un’opportunità per imparare.
  • È giusto voler puntare in alto, ma cercare di essere perfetti in maniera ossessiva può portare a fallire.
    Ponetevi obiettivi stimolanti, ma che siano ragionevoli.
  • Concentrarsi sulla propria crescita.
    Provate a concentrarvi maggiormente sulla vostra crescita, osservando i risultati che avete raggiunto.
  • Ricordare che non salviamo la vita alle persone (non da designer, almeno).
    Se un progetto su cui lavorate non è il migliore che abbiate mai fatto anche se ce l’avete messa tutta, va bene così.
  • Come si dice di solito, non è la destinazione ma il viaggio che conta. Quindi cercate di godervi questo viaggio nella vostra crescita.
    Essere perfetti non è realistico e, forse, un po’ sopravvalutato.
    Siate voi stessi e puntate ad essere felici.

*Disclaimer: non sono una psicologa, non ho la pretesa di dare “soluzioni” specializzate. Questi sono solo spunti superficiali.
Il post è stato scritto a puro scopo informativo per diffondere una tematica poco conosciuta e di cui si parla ancora troppo poco.
Se pensate di avere un problema serio e non siete in grado di uscirne, non abbiate paura o vergogna di chiedere aiuto ad un professionista.