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Tips & tricks

Intelligenza artificiale per designer

By 28 Marzo 2023No Comments

I tool basati sull’intelligenza artificiale (AI), come direbbe qualcuno, ormai “vengono fuori dalle fottute pareti”.
Dal boom di Midjourney e ChatGPT, i siti che offrono strumenti in AI si sono moltiplicati come conigli, scatenando la preoccupazione di vari gruppi di professionisti.

Invece di trascinare avanti il trito e ritrito “l’intelligenza artificiale sostituirà i designer”, mi soffermerei piuttosto a riflettere su come noi UX/UI designer possiamo sfruttare l’intelligenza artificiale a nostro vantaggio.
Anche i computer, quando avevano iniziato a diffondersi su larga scala, secondo molti, ci avrebbero rubato il lavoro. Eppure, eccoci qui, ad usarli per qualunque cosa: dal lavoro, alla condivisione dei più piccoli dettagli irrilevanti della nostra vita privata.

La verità è che strumenti come ChatGPT, Midjourney e colleghi, possono rappresentare un enorme aiuto nelle attività di tutti i giorni, velocizzando svariati task, anche in ambito lavorativo.

L’AI ci ruberà il lavoro?

Plachiamo subito le ansie: no, non ci ruberà il lavoro. Almeno, non adesso.
Questi nuovi strumenti possono aiutare gli UX/UI designer nel loro lavoro, ma non possono sostituire completamente il loro ruolo.
Sicuramente fungono da valido supporto e assistenza durante alcune fasi del processo di progettazione, ma non sono in grado di sostituire la creatività, la comprensione del contesto e la capacità di pensiero critico che solo un essere umano può offrire.

Inoltre, questi AI tool richiedono l’utilizzo di competenze e conoscenze specifiche per essere utilizzati in modo efficace.
Gli UX/UI designer devono ancora essere in grado di interpretare i dati raccolti e di integrare i risultati nel processo di design, nonché di comunicare in modo efficace con stakeholder e altri membri del team.
Infine, il ruolo degli UX/UI designer sta evolvendo e sta diventando sempre più importante nella progettazione di prodotti digitali. L’utilizzo di questi strumenti in AI può liberare tempo per concentrarsi su attività più creative e di valore aggiunto, come la definizione del design strategico, l’innovazione e la ricerca, che solo un essere umano può eseguire.

AI per UX/UI designer

La vita da UX/UI designer, di base, può essere un vero casino.
Tante cose a cui pensare, altrettante da studiare. Non ci si ferma mai.
Avere degli strumenti per velocizzare ed ottimizzare il processo di progettazione, può essere un bel salto di qualità.
L’intelligenza artificiale può venire in nostro aiuto per alleggerire il nostro carico lavorativo.
Ma in che modo noi UX/UI designer possiamo concretamente utilizzare la AI? Ecco alcuni esempi:

  • creazione di testi segnaposto e microcopy per popolare i nostri layout. Per evitare il solito Lorem Ipsum, possiamo creare dei testi ad hoc per presentare al meglio i nostri progetti (se c’è la possibilità di passare ala palla ad un Copywriter o ad uno UX Writer, sarebbe meglio);
  • trovare il miglior modo per testare i progetti e impostare la base per le survey da sottoporre agli utenti. La AI può velocizzare la scelta del metodo per il testing e aiutarci a creare delle bozze di partenza per i nostri questionari;
  • ricevere consigli per impostare UI e wireframe, superando eventuali blocchi creativi. Che sia un elenco testuale di funzionalità da implementare o un esempio vero e proprio di layout graficato, ogni spunto è buono per mettere in moto la nostra creatività;
  • generare Personas, Journey e user flow, da adattare poi ai dati reali che abbiamo a disposizione o da modificare in base alle esigenze reali;
  • ottenere una documentazione dettagliata dei componenti del Design System, anche solo per fare un check, per controllare di non avere dimenticato nulla;
  • portare avanti ricerche di mercato o analisi della concorrenza, chiedendo ad esempio quali sono i principali competitor per un dato servizio, per poi andare a studiarli;
  • ipotizzare una sitemap. Magari anche senza entrare troppo nel dettaglio, ma per avere a disposizione una traccia di partenza a cui fare riferimento;
  • scegliere i colori ed i font stilisticamente più adatti per una categoria di progetto.

Le possibilità sono davvero molte, sta a noi designer capire di cosa abbiamo bisogno e come sfruttare a nostro favore le risorse che ci vengono messe a disposizione.

La AI funziona, ma…

Immaginate il classico cliente di merda (CDM), quello che “Il mio falegname con 10€ lo faceva meglio” e che “costi troppo, chiedo a mio nipote che sa usare il computer”.
Immaginatelo mentre decide di scavalcare, addirittura, la somma conoscenza del suddetto nipote, per buttarsi nel magico mondo dell’intelligenza artificiale in autonomia. Intanto “Cosa ci vuole?”.
È semplicemente l’ennesima ricetta per un disastro.

Quindi, la AI funziona, ma senza competenze da UX/UI designer (o qualunque altra professione), non penso possa essere possibile sfruttarne le reali potenzialità, tantomeno per creare un progetto fatto con criterio.
Senza la conoscenza della materia su cui si sta lavorando, manca il motore per far prendere la strada giusta ad un progetto.
In che modo una persona non specializzata può capire come / quali richieste avanzare alla AI? Su quali competenze può basare un ragionamento per capire se gli output proposti siano corretti e come utilizzarli nel migliore dei modi?

Levatevi dalla testa l’aspettativa di trovarvi tra le mani un progetto fatto, finito, e pronto all’uso, dopo avere provato ad usare qualche prompt.

Vi faccio un esempio più concreto: YT mi ha proposto vari video di designer che, tramite Midjourney, hanno creato bozze di interfacce.
Il risultato di Midjourney & Co, però, non è sufficiente.
Sicuramente può fornire validissimi spunti creativi da cui partire, ma non si può considerare una soluzione unica e definitiva.
Un bravo designer sa riconoscere problemi di fattibilità, di accessibilità, di usabilità della risposta prodotta dall’intelligenza artificiale, e sa quali elementi prendere e come rielaborarli in modo da dare vita ad un layout progettato in maniera corretta.

Quindi state tranquilli, ancora per un po’, possiamo goderci il nostro lavoro come designer.
Facilitato, velocizzato, ma ancora umano.