Dopo avere spiegato chi si cela dietro alla figura dello UI Designer, oggi è il turno del suo fedele compare: lo UX Designer.
Troppo spesso ho visto persone ridurre un sito (o un’app) ad un insieme esteticamente piacevole di testi ed immagini, con lo scopo di pubblicizzare qualcosa.
L’incombente presenza del “cugino bravo con il computer” è sempre dietro l’angolo, soprattutto per chi non ha ancora capito che un un prodotto digitale senza una solida struttura alle spalle e una accurata progettazione dell’esperienza utente NON STA IN PIEDI.
Può essere bellissimo, ma se non funziona e non converte, è solo una grafica.
Qui interviene il supereroe dei tempi nostri, lo UX Designer (User Experience Designer, per l’appunto), pronto a sbattersi come non mai per studiare e progettare efficienti processi di utilizzo che rendano la navigazione intuitiva e semplice.
Lo studio della UX è uno tra i processi cardine (non solo in campo digital) per garantire la creazione di un prodotto di successo.
Le parole chiave di questa fase di lavoro sono: curiosità, ricerca ed analisi.
Lo UX Designer ha il compito di raccogliere dati (tramite survey, interviste, benchmark, personas) per creare la migliore interazione possibile tra utente ed interfaccia. Un’interazione che sia piacevole, intuitiva, logica, fidelizzante.
Il suo background può essere molto vario: design, psicologia, comunicazione, computer science, data analisi ecc.
Alcune tra le sue mansioni, per farvi un’idea, sono:
- ricerca del target di riferimento (survey, interviste ecc)
- progettazione dello user flow
- wireframing
- prototipazione
- testing (user testing, A/B test ecc)
Personalmente vedo la coppia UX e UI designer come inscindibile, un team fondamentale su cui fondare una progettazione di successo.
Per chi fosse interessato ad intraprendere questo percorso, consiglio queste letture:
- Don’t make me think – Steve Krug
- La caffettiera del masochista – Donald A. Norman
- #UX Designer – Jacopo Pasquini, Simone Giomi e Maria Cristina Caratozzolo
