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Vita da designer

I limiti da stabilire con i clienti per una collaborazione senza intoppi

By 6 Agosto 2024No Comments

Oggi parliamo di paletti, limiti, confini, o, per i più internazionali, “boundaries”, una potente ancora di salvezza per i professionisti attaccati alla propria sanità mentale.
Sconosciuti ai clienti più invadenti, spesso sottovalutati dai professionisti che si ostinano a credere nel buon senso, questi limiti, se non considerati, rischiano di dare vita a collaborazioni anarchiche e decisamente poco serene.

Si sa, può capitare che alcuni clienti si lascino prendere dall’entusiasmo, che alcuni non abbiano idea di cosa sia il rispetto, e che altri pensino di avere firmato per uno schiavo attivo 24 ore su 24.
Per evitare di trovarsi messaggi su whatsapp (o in altri 4 posti, contemporaneamente) ad orari in cui si viene contattati da fidanzati, genitori a cui è sparito Google o dai carabinieri, è meglio mettere fin da subito degli espliciti paletti per la pacifica collaborazione.
Come si dice: patti chiari, amicizia lunga.
Quindi, perché non mettere nero su bianco questi “patti” anche con i propri clienti, prima di iniziare una collaborazione?

Come stabilire dei limiti con i propri clienti

Per garantire che una collaborazione sia produttiva e priva di stress, è fondamentale giocare d’anticipo, stabilendo dei limiti chiari.
All’inizio, può sembrare difficile.
Quando ero una libera professionista alle prime armi, per cercare di essere accomodante, sorvolavo sui messaggi ricevuti in giorni ed orari discutibili, sui pagamenti in ritardo e, in generale, su dei comportamenti poco professionali e poco rispettosi.
Questo, però, non faceva altro che contribuire a creare situazioni di tensione e rapporti poco sani.
Con gli anni e l’esperienza, per fortuna, mi sono digievoluta in una puntigliosa rompipalle e ho iniziato a porre limiti abbastanza stringenti, con l’obiettivo di tutelarmi e di portare avanti dei rapporti definiti e basati sul rispetto.
Ecco di seguito alcuni modi con cui mettere dei paletti.

Stabilire quando si è disponibili
Fate conoscere i vostri periodi di attività. Che siano le fasce orarie durante cui siete operativi durante il giorno, che siano periodi di tempo infrasettimanali, ferie in cui non volete essere disturbati o simili, segnalatelo.
Ovviamente, non tutto si può sapere con largo anticipo e ci possono essere imprevisti, ma è sempre meglio porre dei limiti di tempo.
Penso che a nessuno faccia piacere ricedere chiamate mentre si sta cenando o mentre si è in vacanza.

Selezionare modalità di comunicazione
Se preferite le telefonate, le e-mail o i messaggi in codice Morse, ditelo.
Qualunque sia il vostro metodo preferito, specificatelo.
Io, generalmente, propongo come unico mezzo la e-mail o strumenti di messaggistica come Slack, in modo che rimanga tutto tracciato.
Inoltre, ho una regola: sul numero di telefono privato (e ad orari fuori lavoro), solo meme di gatti, proposte di aperitivo e, se proprio non possiamo farne a meno, brutte notizie.

Dichiarare le aspettative
Descrivete in dettaglio l’ambito del lavoro e le aspettative di output del progetto. Che siano tempistiche di realizzazione del progetto, modalità di pagamento, materiale prodotto e tutto ciò che concerne la collaborazione, profilatelo attentamente.

Sottolineare le reciproche responsabilità
Ultimo, ma non meno importante, sottolineate le responsabilità che ha ciascuna delle figure coinvolte.
Chi deve fare cosa, in che modalità ed in che tempistiche. Mettere in chiaro i ruoli, i reciproci interventi, gli obiettivi e, nella peggiore delle ipotesi, le conseguenze in caso di mancato rispetto degli accordi, è molto importante.

Dove possiamo chiarire queste modalità di collaborazione? Ovviamente, per iscritto, in un contratto (da inviare in anticipo e da far firmare).
Includendo in questo importante documento le nostre clausole, poniamo le basi per una collaborazione efficace e, di conseguenza, per il successo del progetto.
Prevenire inutili malintesi aiuta a creare relazioni di lavoro sane e produttive.
E voi, che limiti “imponete” nelle vostre collaborazioni? Su quali vincoli siete irremovibili e come comunicate tutto questo?