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Vita da designer

Sindrome da burnout: riconoscerla ed uscirne

By 11 Ottobre 2022No Comments

Disclaimer: non sono assolutamente specializzata in materia.
Per informazioni più dettagliate e se avete bisogno di aiuto, non abbiate paura di rivolgervi ad un professionista.
L’obiettivo di questo post è solo quello di sensibilizzare su un argomento di cui, finalmente, si inizia a parlare sempre più spesso.

Vita da designer, ma non solo. Vita di chiunque.
Di solito, su RTFM, mi piace affrontare temi più “leggeri”, ma penso sia importante anche dare spazio ad argomenti più di spessore, come ad esempio il burnout.
Dato che è da poco passato il World Mental Health Day (10 ottobre) mi sembrava arrivato il momento giusto per parlarne.

La mentalità retrograda ancora radicata nella nostra società suggerisce che, per avere valore come professionisti, dobbiamo lavorare come martiri 24 ore su 24, 7 giorni su 7, portando in realtà solo a provare risentimento nei confronti del nostro lavoro, e ad essere spossati ed infelici.
Diciamocelo apertamente, molti di noi conoscono fin troppo bene (o hanno conosciuto) questa spiacevole sensazione.
Quindi, iniziamo subito ripetendo insieme come un mantra: “Io non sono il mio lavoro. Sono molto di più” 😎.

Vi siete mai fermati a chiedervi se il lavoro stia effettivamente diventando troppo pesante? Se vi siete riposati abbastanza? Se vi state prendendo cura di voi stessi o meno?
Come individui, dobbiamo imparare a capire quando è il momento di fermarsi e pensare al nostro benessere.
Non è sempre facile e, a volte, può capitare di arrivare a dei punti di rottura da cui è difficile uscire: il burnout.

Penso che, in generale, le aziende i luoghi di lavoro dovrebbero preoccuparsi di tutelare i lavoratori ed il loro benessere, come ad esempio adottando strategie di riequilibrio vita-lavoro, ma spesso non succede.
Questo porta i lavoratori a doversi “arrangiare” in autonomia, per cercare di ridurre la situazione di stress.
Il futuro del lavoro dovrebbe implicare la libertà da ogni forma di burnout.
Impariamo come riconoscerlo ed evitarlo!

Cos’è il burnout

“La sindrome da esaurimento professionale, nota anche con l’anglicismo sindrome da burnout (o più semplicemente burnout), è l’esito patologico di un processo stressogeno che interessa, in varia misura, diversi operatori e professionisti che sono impegnati quotidianamente e ripetutamente in attività che implicano relazioni interpersonali.”
– Wikipedia

 

Il burnout è una la sindrome da esaurimento emotivo, fisico e mentale prolungato, legato al proprio lavoro.
Questo termine si riferisce all’esaurimento a cui si arriva, a causa degli altissimi livelli di stress raggiunti.
Le cause del burnout possono essere varie, tra cui:

  • carico eccessivo di lavoro
  • mancanza di gratificazioni e riconoscimenti
  • senso di impotenza
  • mancanza di controllo
  • assenza di equità
  • valori contrastanti

La sindrome in questione si manifesta, in genere, seguendo 4 fasi:

  1. entusiasmo idealistico”: spinge la persona a scegliere un lavoro con un complesso coinvolgimento emozionale;
  2. stagnazione”: la persona, soggetta a carichi di lavoro e di stress eccessivi, inizia a capire che le sue aspettative non coincidano con la realtà lavorativa;
  3. frustrazione”: la persona affetta da burnout si sente inutile, inadeguata ed insoddisfatta. Inizia, inoltre, a percepire di essere sfruttata, oberata di lavoro e poco apprezzata;
  4. apatia”: l’interesse e la passione vanno a scemare completamente e l’empatia lascia il posto all’indifferenza.

Questa sindrome sempre più conosciuta, è stata inserita nell’International Classification of Diseases (ICD11) dall’organizzazione mondiale della sanità.
Vediamo insieme quali possono essere in sintomi riconoscibili del burnout e i modi per cercare di migliorare la situazione.

A questo link le slide della presentazione del video

Sintomi comuni del burnout

Vi irritate più facilmente del solito.
Tutto vi dà subito fastidio senza un apparente motivo, siete più suscettibili e anche i problemi più piccoli sembrano diventare enormi.

Vi manca la motivazione.
Vi sembra continuamente di non concludere nulla e non trovate la motivazione per portare avanti il vostro lavoro o i vari task.

Avete attacchi di pianto.
Senza ragione, vi trovate ad avere improvvisi attacchi di pianto, dati dal fatto di sentirvi assurdamente sopraffatti da ciò che vi circonda.

Avete attacchi d’ansia.
Siete esausti e la stanchezza cronica vi porta ad avere frequenti attacchi d’ansia.

Vi sentite distaccati.
Arrivati all’apice del malessere, è facile iniziare a distaccarsi da tutto e tutti, sentendosi in un limbo.

Passate frequenti notti insonni.
Nonostante la stanchezza, i pensieri non vi lasciano in pace, non permettendovi di dormire come si deve.
Il cervello va a mille, facendovi passare notti intere con pensieri che vi affollano la mente.

Come migliorare la situazione

Imparate a capire qual è il vostro punto di rottura.
Non è semplice, ma è utile cercare di identificare e riconoscere i sentimenti che provate, prima di arrivare a sentirvi esauriti.
Prendi nota di ciò che ti rende esausto.
Inizia consapevolmente a rimuovere queste cose dalla tua vita.

Pianificate la vostre giornate.
Non c’è sensazione peggiore del non sapere cosa fare, la giornata sembra disorganizzata e senza un obiettivo preciso.
Prendete nota delle cose da fare, attribuendo loro la giusta priorità.

Pianificate il tempo libero.
Dedicare parte della vostra giornata al relax e al riposo.
Concedetevi ogni tanto dei lunghi periodi lontano da ciò che vi sta prosciugando le energie.
Fare delle pause non vi rende meno professionali, ma solo più lucidi e produttivi.

Fate ciò che vi rende felici!
Trovate cose che ti gratificano.
Allenatevi, mangiate bene, trascorrete del tempo con i vostri cari e fatevi delle belle dormite.
Trovatevi un passatempo che stimoli la vostra voglia di fare e che vi permetta di staccare, magari imparando qualcosa di nuovo e piacevole.

Stabilite dei limiti.
Assegnate determinate fasce orarie al lavoro, ed altre ad attività differenti.
È importante prendersi una pausa dal guardare qualsiasi dispositivo.
Ma soprattutto, imparate a dire di no.
Se vi sentite sopraffatti, concentratevi sulle cose ad alta priorità ed iniziate a dire “no” al resto.

Liberatevi dei clienti di merda.
Se avete a che fare con clienti abusivi e/o che superano il limite, interrompete la collaborazione.
Assicuratevi di includerlo questo dettaglio nelle clausole del contratto di lavoro (che vi suggerisco caldamente di redigere).

Circondatevi di persone positive, che vi supportino.
State lontani da individui tossici, non sono necessari nelle vostre vite.

Se avete paura di non farcela per conto vostro o vi sembra di non riuscire ad uscirne da soli, chiedete aiuto!
Affidatevi ad un professionista e non abbiate paura di sembrare fragili. Sono lì proprio per voi.
Prima di essere professionisti, stiamo umani ed è importante che ci prendiamo cura di noi stessi, anche a livello mentale.